Charlot si guadagna da vivere stringendo dei bulloni: anche lui, così come quello che costruisce, è una parte dell’ingranaggio, un circuito della catena di montaggio. Le condizioni di vita, per il protagonista come per i colleghi, sono a dir poco alienanti; basti pensare che il padrone della fabbrica decide di sperimentare proprio su Charlot una macchina che permetterebbe agli operai di mangiare durante il lavoro: in sostanza verrebbe così abolita la pausa pranzo ed inglobata all’interno delle ore lavorative. Non è difficile immaginare che in breve tempo il poveretto finisca in una clinica di igiene mentale perché in preda ad un pericoloso esaurimento nervoso. Una volta dimesso, la buona sorte sembra avergli voltato le spalle ed il povero Charlot viene suo malgrado coinvolto in un corteo di manifestanti: quando la polizia interviene, il protagonista finisce in manette. Uscito di galera Charlot trova un mondo stravolto dalla crisi del 1929: povertà e miseria costringono molti ad arrangiarsi e a vivere di espedienti. E’ quello che succede anche ad una ragazzina che deve trovare il modo di mantenere sé stessa e le sorelline. Le strade dei due poveracci finiranno più volte per incrociarsi fin quando tanto l’uno quanto l’altra verranno arrestati per furto. Per un caso fortuito i due ladruncoli riescono però ad evadere: Charlot può così trovare un buon posto di lavoro e, mosso da pietà, prende con sé la ragazzina. Ma la festa dura poco: per tutta una serie di ragioni il poveretto si trova di nuovo in manette. Stavolta, riconquistata la libertà, sarà la ragazzina ad offrirgli un tetto. Dopo molti arresti ed altrettante scarcerazioni, tra i due nasce una profonda amicizia, ma le difficoltà non sono ancora finite… La pellicola, datata 1936, doveva inizialmente contenere dei dialoghi: Charlie Chaplin però, intuendo che il sonoro avrebbe potuto alterare l’aura poetica e malinconica che ha sempre caratterizzato Charlot, preferì optare ancora per il muto pur inserendo effetti sonori e un’inedita versione de “Io cerco la Titina” cantata proprio dal protagonista.