Seven

I peccati capitali, almeno per la mente malata di un serial killer, possono essere fonte di ispirazione per compiere sempre nuove e più atroci malefatte. Si può così uccidere un individuo notoriamente goloso costringendolo ad ingurgitare cibo fino alla morte, oppure obbligare un avaro a morire mangiando pezzi del suo stesso corpo orribilmente mutilato, e via di seguito. Dato che l’assassino non manca di riportare vicino al cadavere parole quali “gola” ed “avarizia” i detective Somerset e Mills (rispettivamente Morgan Freeman e Brad Pitt) intuiscono che mancano almeno altri 5 colpi prima che il criminale possa trovare soddisfazione (i prossimi delitti riguarderanno presumibilmente qualcuno di accidioso, superbo, iracondo, lussurioso ed invidioso). Se Somerset, rappresentante ormai la vecchia guardia delle forze armate è sempre più disgustato e rabbioso nei confronti del mondo e dell’umanità che lo popola, Mills, il più giovane, non si pone tanti problemi di ordine filosofico ed etico, ma svolge semplicemente il suo lavoro. Purtroppo questa sua calma quasi serafica verrà sconvolta presto; proprio quando la polizia intuisce che il responsabile dei crimini è un certo John Doe (Kevin Spacey), il serial killer si costituisce e, innescando un atroce sequel di sensazioni e sentimenti negativi, fa di Somerset e soprattutto di Mills pedine nelle sue mani, nonché i tasselli mancanti del suo folle puzzle. La pellicola, datata 1995, ha riscosso un grosso successo, soprattutto tra il pubblico. La critica, sebbene “Seven” abbia ricevuto delle nomination agli Oscar e ai Golden Globe, non ha mai suggellato con nessuno dei due importanti premi il consenso riservato alla pellicola. Il film ha comunque vinto un discreto numero di premi minori e, ad oggi, resta tra i lungometraggi più apprezzati dai patiti del genere. Piccola curiosità: il titolo del film viene spesso reso graficamente in maniera molto immediata grazie al logo “Se7en”.