Nella ricca e ben fornita collezione di libri di Boris Balkan, trova spazio anche un misterioso scritto esoterico intitolato “Le nove porte del Regno delle Ombre”. Il collezionista, tra l’alto anche editore, commissiona ad un esperto filologo, Dean Corso, un’analisi approfondita del libro. Il manuale, uno dei tre esemplari giunti ai giorni nostri, venne scritto da un esoterista condannato al rogo nel XVII secolo. A parere di Balkan però delle tre copie soltanto una è autentica; il filologo, confrontando il testo in possesso dell’editore con gli altri due (entrambi conservati in Europa), dovrà stabilire quale sia di essi. Tale scoperta avrebbe un valore inestimabile per l’umanità dato che il libro originale è l’unico che permette di evocare le forze del male sulla Terra e che quindi, nelle mani sbagliate, potrebbe mettere fine all’umanità. Intorno al libro, poco per volta, prendono corpo delle storie violente, raccapriccianti: così come raffigurato in alcune illustrazioni che esso contiene, persone che in qualche modo hanno a che fare con l’oggetto subiscono aggressioni, vengono barbaramente assassinate e perseguitate. Intanto Dean Corso scopre una copia del manoscritto che, a quanto pare, differisce leggermente dal libro in suo possesso per alcune raffigurazioni; il volume però viene distrutto per cause fortuite. Sulla questione, verificatasi in maniera non proprio chiara, indaga anche una giovane donna che finisce per affiancare il filologo in tutte le sue avventure. Anche il secondo testo con cui Corso deve confrontare il libro di Balkan si “autodistrugge” misteriosamente. Intuendo quindi che ciascuna copia era in realtà autentica, il filologo tenta di tornare in America. La vedova del primo proprietario del manoscritto però gli sottrae il libro, ma muore quando Balkan, irrompendo nella sua casa, la trova ad officiare un oscuro rituale. Dopo la colluttazione spetterà a Corso prendere di nuovo in mano la situazione… La pellicola, datata 1999, è liberamente ispirata al racconto “Il club Dumas” di Arturo Perez Reverte.