Prime ore del mattino, 15 agosto 1962, Roma. Non c’è anima viva che vada in giro per la città eterna. Soltanto Bruno Cortona, uomo di mezza età ancora piacente rompe il silenzio che avvolge la capitale sfrecciando per le strade alla guida di una fiammante Lancia Aurelia. L’uomo, un fannullone dedito soltanto alle macchine e alle donne, deve comprare un pacco di sigarette e trovare quanto prima una cabina telefonica. Compiuta la sua missione, Bruno si reca a casa di Roberto Mariani, un universitario che studia per dare l’ennesima materia. Abbandonati i libri e riposta la cornetta del telefono, i due intraprendono un viaggio improvvisato: percorreranno tutta la via Aurelia con il piede a tavoletta sull’acceleratore e si fermeranno soltanto quando arriveranno a Castiglioncello. Tappe programmate sono anche quelle a casa dei partenti di Roberto e dell’ex moglie di Bruno. Durante il percorso, il giovane studente universitario tenterà spesso di lasciar perdere la folle impresa e tornare sui suoi libri. Sarà Bruno a dissuaderlo. Il viaggio rappresenta per Roberto una tappa che lo porterà verso l’età adulta: scambiando idee e racconti con il ben più maturo amico avrà modo infatti di abbandonare il candore dell’adolescenza a formarsi nuove e rivoluzionarie idee su tutti gli aspetti che riguardano il vivere quotidiano. La folle velocità di guida, le distrazioni continue, la stanchezza ed il caldo però non giocano certo a favore dei due viaggiatori… Sebbene “Il sorpasso” presenti alcuni spunti tipici della commedia all’italiana, il film ha in generale delle caratteristiche originali che, partendo dalla profondità psicologica dei protagonisti e arrivando all’attenzione ad aspetti sociali quali i continui dissidi tra operai e colletti bianchi, fanno della pellicola un’opera difficilmente incasellabile in un unico genere cinematografico. “Il sorpasso” si aggiudicò nel 1963 un David di Donatello ed un Nastro d’argento in entrambi i casi per il miglior attore protagonista (Vittorio Gassman).