Film thriller: una definizione. Il genere thriller racchiude un insieme di pellicole cinematografiche incredibilmente apprezzate dal pubblico, grazie alla natura di questo specifico stile: ritmi serrati, suspense e continui colpi di scena fanno da sfondo a storie dal risvolto spesso psicologico e interazioni fra i personaggi dense di tensione.
Storicamente il film thriller nasce nei paesi anglosassoni, considerati i maestri di questo genere e spesso apprezzati anche nella letteratura classica sul tema. Nel mondo, maestri come Alfred Hitchcock o Brian de Palma sono riconosciuti come fondatori e principali interpreti di questo genere cinematografico ad alta tensione psicologica.
A differenza del film d’avventura o del film d’azione, nel thriller il protagonista assoluto è il personaggio negativo. Solitamente parliamo di un serial killer o un terrorista che, con metodi che sfuggono al controllo e alle previsioni dei “buoni”, riescono a compiere efferati delitti in modo indisturbato. Nella maggior parte dei casi il protagonista positivo diventerà ben presto “obiettivo” del villain, che non esiterà a dare fondo a tutte le sue conoscenze per eliminarlo.
Il personaggio cattivo per eccellenza, in un film thriller, è una figura dagli aspetti oscuri e dal passato problematico, molto spesso affetto da psicosi evidenti fin dall’inizio o viceversa rivelate in un colpo di scena finale. Allo stesso tempo non sempre parliamo di personaggi individuali: a fare da protagonista negativo, infatti, può esserci anche un’organizzazione criminale o un gruppo di terroristi, esattamente come negli action movies. A differenza di questi ultimi, però, la natura sofisticata del genere farà si che per avere la meglio sarà necessario sfruttare grandi intuizioni piuttosto che gesta platealmente eroiche.
In questo genere di film l’attesa è un fattore determinante molto più dell’azione, le sequenze puntano al coinvolgimento dello spettatore proprio in funzione di un continuo stress psicologico, un equilibrio fra bene e male pronto a spezzarsi in qualsasi momento. Attraverso il meccanismo dell’anticipazione, infatti, questo genere di film riesce a stimolare gli stati d’animo di chi guarda creando aspettativa, incertezza, sorpresa e, in molti casi, vero e proprio terrore.
Non mancano elementi tipici del film giallo, come falsi indizi, piste rivelatesi errate e complotti svelati in modo tardivo, che non fanno altro che accrescere la sensazione di ansia nello spettatore.
Così come i film drammatici, le pellicole thriller hanno un rapporto piuttosto slegato dal lieto fine, assolutamente non scontato e, anzi, spesso non presente.
Leggi trame e recensioni dei film thriller.
Il thriller nella storia
Storicamente uno dei primi film thriller della storia è stato Preferisco l’ascensore (1923) di Harold Lloyd. In quel caso la breve sequenza faceva leva esattamente sulle suggestioni espresse in precedenza, mostrando un personaggio appeso su un lato di un grattacielo.
Il maestro Hitchcock, così come Fritz Lang, contribuirono a dare spessore al neonato genere cinematografico con pellicole quali Il pensionante (1927) e M – Il mostro di Düsseldorf (1931).
Negli anni Sessanta la popolarità del genere thriller cresce in maniera esponenziale, con titoli come L’occhio che uccide (1960), Il promontorio della paura (1962 – con Gregory Peck. Degna di nota anche la versione di Martin Scorsese del 1992 dal titolo Cape Fear – Il promontorio della paura), Il collezionista (1965), Gli occhi della notte (1967), oltre ad affermare grandi registi del filone in questione come Robert Aldrich (Un bacio e una pistola, Che fine ha fatto Baby Jane?), John Frankenheimer (Va’ e uccidi, Sette giorni a maggio) e Costa-Gavras (Z – L’orgia del potere).
In linea con gli equilibri politici internazionali dell’epoca, gli anni Settanta vedono affermarsi i film thriller a tema cospirazione: Una squillo per l’ispettore Klute (1971), Il giorno dello sciacallo (1973), La conversazione (1974), I tre giorni del condor (1975) e Il maratoneta (1976).
È anche l’epoca delle grandi sperimentazioni visive, con registi del calibro di Brian de Palma e Steven Spielberg intenti ad esplorare le possibilità dell’ottica della cinepresa al fine di ottimizzare la suggestione, la percezione di suspense e la sensazione di ansia nell’intimo dello spettatore: nasce il cinema d’autore di genere thriller, con pellicole come Omicidio a luci rosse (1984), Mission: Impossible (1996), Duel (1971), Lo squalo (1975) e Jurassic Park (1993).
Dagli anni Settanta ad oggi il thriller subisce diverse evoluzioni: la natura “psicologica” del genere permette diverse contaminazioni con generi e tematiche trasversali: dallo psico-horror Shining (1980) di Stanley Kubrick a film come Witness – il testimone (1985), Attrazione fatale (1987), Misery non deve morire (1990), Basic instinct (1992), Il fuggitivo (1983), Pulp fiction (1994), I soliti sospetti (1995) e Seven (1995).
Registi di film thriller
È universalmente riconosciuto che il genere thriller annoveri le pellicole più “complesse” dal punto di vista della regia. Riuscire a ricreare atmosfere al cardiopalma e trasferire nitidamente queste sensazioni nel fruitore non è impresa semplice. Ciò nonostante, alcuni cineasti più di altri si sono distinti per la particolare riuscita delle loro opere, consegnate alla storia del cinema come grandi successi di pubblico e critica.
Fra i principali registi del genere thriller contemporaneo figurano Michael Mann (Manhunter, Collateral), David Lynch (Velluto blu, Mulholland Drive), i fratelli Ethan e Joel Coen (Fargo, Non è un paese per vecchi) e Jonathan Demme, direttore del film cult Il silenzio degli innocenti. Quest’ultimo darà il via a una serie di capitoli successivi dedicati alla figura di Hannibal Lecter, interpretato da un magistrale Anthony Hopkins, vera sintesi del perfetto protagonista negativo di film thriller.
Altri nomi noti oltre a quelli già citati: Henri-Georges Clouzot, William Friedkin, Carol Reed, Ridley Scott, Sydney Pollack, John Frankenheimer, Quentin Tarantino, Jonathan Demme, Alan Pakula, Roman Polanski, Martin Scorsese e Steven Soderbergh. A buon diritto è bene inserire anche l’italiano Dario Argento, che pur essendo di fatto un maestro dell’Horror ha saputo inserire elementi squisitamente thrilling e ansiogeni in molti suoi film, guadagnando fama e successo proprio grazie ad espedienti che poco avevano a che fare con il cinema del terrore nel senso classico del termine.
Attori e titoli più importanti
Così come i registi, anche gli attori di film thriller si distinguono per particolari capacità artistiche di empatizzare con il pubblico e trasmettergli ansie, paure o, in caso di protagonisti in negativo, disprezzo e antipatia. Come non ricordare La finestra sul cortile (1955) con James Stewart e Grace Kelly, così come Cary Grant ed Eva Marie Saint in Intrigo Internazionale.
Più recentemente ricordiamo un incredibile Morgan Freeman che insieme a Brad Pitt interpreta Seven, uno dei thriller più famosi della storia.
Quando si parla di thriller, poi, non si può non menzionare il genio di Stephen King, i cui libri figurano come principali fonti di ispirazione del cinema di genere recente: da Shining di Stanley Kubrik, che vede protagonista un immenso Jack Nicholson a Misery non deve morire, ove James Caan affianca una memorabile Kathy Bates protagonista di uno dei personaggi thrilling più riusciti della storia del cinema.
Nel cinema italiano, uno degli esempi più fulgidi di film thriller probabilmente è rappresentato da Pupi Avati, autore de La casa dalle finestre che ridono, con due interpreti di prim’ordine: Lino Popolicchio e Francesca Marciano.