Film da vedere
Nel panorama cinematografico internazionale i film da vedere sono praticamente infiniti. Impossibile tracciare un elenco completo di tutti i titoli degni di nota, a partire dagli inizi del secolo scorso sino ad oggi.
La difficoltà maggiore risiede nel riuscire a tracciare un anello di congiunzione fra generi, stili ed epoche diverse. Ogni “era” cinematografica ha avuto le sue pietre miliari, divenute poi cult per tutte le generazioni successive sino ai giorni nostri.
Esiste tuttavia una lista dei cosiddetti “imperdibili”, ossia quei film da vedere che ogni amante della cinematografia dovrebbe conservare nella sua collezione privata (o nella sua memoria!). Cerchiamo di suddividere la lista per epoche storiche.
Film da vedere datati sino alla metà del secolo scorso.
Il Novecento, pioniere della cinematografia, rappresenta la fase di maggior sperimentazione delle pellicole cinematografiche. Siamo nell’epoca in cui i generi e le trame subiscono evoluzioni costanti, offrendo al pubblico uno spettacolo sempre più coinvolgente e ricco di dettagli.
Antesignani della settimana arte sono ovviamente i fratelli Lumière e George Meliès. I Lumière possono essere considerati a buon diritto i padri fondatori del cinema, e alla loro opera appartengono film come Uscita dalle officine Lumière (1895), di fatto una delle prime pellicole della storia e dunque di alto valore simbolico, e il rinomato L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat (1896). Quest’ultimo vanta un record: si tratta del primo film della storia ad aver suscitato emozioni di paura e sorpresa nello spettatore. Una sorta di “thrilling” pre-cinematografico.
L’arrivo di un treno, immortalato da una macchina da presa, era un elemento scarsamente riconoscibile dal pubblico e innovativo. Per primo il film dei Lumière dimostrò dunque l’intenso potere della pellicola nel creare empatia con gli spettatori e suscitare, di fatto, emozioni.
Se ai fratelli va però lo scettro della prima vera espressione di cinema, al collega George Meliès va quello di primo regista di “fantascienza” della storia. Come tutti i titoli di questi anni, ovviamente, anche le opere di Meliès vanno lette per il loro valore contestualizzato all’epoca, più che alla reale qualità degli effetti speciali. Tuttavia Meliès fu il primo ad utilizzarli, capendo che lavorando con montaggio e prospettive era possibile indurre lo spettatore a credere verosimili situazioni impossibili. Indimenticabile quindi, tra i film da vedere, il suo Viaggio nella Luna (1902).
Anche l’Italia ovviamente vanta diversi primati cinematografici, tra cui quello della prima scena di massa della storia del cinema, realizzata in Quo Vadis di Enrico Guazzoni (1912).
Tra i capolavori del cinema muto, protagonista in quegli anni in cui il sonoro ancora non era stato messo in relazione con la ripresa visiva, c’è Nascita di una nazione di David Griffith (1915) oltre a diverse opere che hanno restituito al pubblico il mito di Charlot (Charlie Chaplin). Ricordiamo alcune pellicole assolutamente da non perdere del grande artista britannico: La febbre dell’oro (1925), Luci della città (1931), Tempi moderni (1936) e uno dei più importanti, Il grande Dittatore, del 1940. Tutte le pellicole qui citate sono state anche scritte e dirette, oltre che interpretate, da Chaplin.
Nel corso degli anni Trenta si intensificava anche l’attività legata agli effetti speciali, con risultati ormai esponenzialmente più efficaci degli esperimenti di Meliès. Imperdibile dunque il primo King Kong (Cooper e Schoedsack, 1933), a cui seguirono numerosi rifacimenti nel corso della storia. Nel 1939 compare sugli schermi Il Mago di Oz di Victor Fleming, ispirato ad uno dei libri di L. Frank Baum sul tema. Il film consegna ai posteri una delle attrici-bambine più famose del tempo: Judy Garland.
Stesso anno e stesso regista per una pietra miliare del cinema internazionale: Via col Vento. Assolutamente imperdibile per gli amanti dei grandi classici americani.
Tra i film italiani da vedere nel periodo che va fino agli anni cinquanta figurano sicuramente alcune tra le opere più importanti del filone relativo al neorealismo italiano, capeggiato da Roberto Rossellini con Roma Città Aperta (1945) e Paisà (1946). Sullo stesso ambito Vittorio de Sica firma Sciuscià, anch’esso del 1946.
De Sica dirige anche un altro imperdibile, Ladri di Biciclette, nel 1948 mentre nello stesso anno Rossellini porta nelle sale Germania Anno Zero.
Altri titoli da segnalare: Nemico Pubblico (William Wellman, 1931), uno dei principali riferimenti tra i film di gangster, Eva contro Eva (Joseph L. Mankiewicz, 1950) e I Figli della violenza (Luis Bunuel, 1950).
Film da vedere dal 1950 al 2000
La seconda metà del Novecento è per ovvi motivi il periodo di maggior produzione cinematografica della nostra storia, in cui si fondono sperimentazioni e correnti di vario genere insieme allo sviluppo esponenziale della tecnologia applicata alla camera da presa e alla computer grafica.
Siamo nella metà del secolo in cui si definiscono con maggior precisione i vari generi cinematografici, che a loro volta ci regalano alcune delle pellicole più importanti della storia del cinema.
Il 1955 è l’anno di James Dean, protagonista di Gioventù Bruciata di Nicholas Ray. Il film apre ufficialmente il filone di ribellione giovanile e tematiche alternative (nel senso sperimentale del termine) che caratterizzerà numerose pellicole fino almeno agli anni Settanta, come West Side Story (Robbins e Wise, 1961), Lolita (Stanley Kubrik, 1962) e Il Laureato (Nichols, 1967).
Gli anni Sessanta e Settanta rappresentano inoltre un decisivo passo avanti nel genere poliziesco/thriller e, in direzione completamente diversa, gettano le basi per la moderna cinematografia fantascientifica. Da una parte dunque tra i film da vedere legati all’azione, al thrilling e agli assassini seriali non possono mancare pellicole come Agente 007-Missione Goldfinger (Hamilton, 1964), Gangster Story (Penn, 1967), e soprattutto il primo film de Il Padrino (F.F. Coppola, 1972, cui seguiranno Il Padrino parte seconda nel 1974 e Il padrino Parte terza nel 1990). Dall’altra inizia a farsi strada una nuova era cinematografica grazie a 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrik.
Per il genere western indimenticabili sono i capolavori classici come Il buono, il brutto e il cattivo (Sergio Leone, 1966), C’era una volta il west (Sergio Leone, 1968), Il mucchio selvaggio (Peckinpah, 1969) e Butch Cassidy (Hill, 1969).
Il già citato Kubrik in questi anni firma anche un’altra grande opera del suo genio artistico: Arancia Meccanica (1971), pellicola che segnerà le generazioni più giovani dell’epoca.
L’anno seguente esce nelle sale Ultimo Tango a Parigi (Bertolucci, 1972), destinato a scandalizzare le platee grazie al suo approccio volutamente disinvolto rispetto a tematiche fino a quel momento legate a un diffuso pudore rappresentativo. Si tratta a tutti gli effetti di una nuova metodologia di cinema, che sfrutta la rivoluzione sociale e l’emancipazione degli anni Settanta per proporre al pubblico un linguaggio più diretto all’interno delle pellicole, sia dal punto di vista delle espressioni che delle trame di fondo.
Anche l’horror ne risente positivamente: nel 1973 esce L’esorcista (Friedkin, 1974), vera pietra miliare del genere, mentre nel 1975 è la volta de Lo Squalo di Steven Spielberg, che riscontrerà un successo planetario insperato (a differenza dei numerosi sequel che non troveranno gli stessi consensi di pubblico, nonostante comunque ottimi risultati ai botteghini).
Tra il 1976 e il 1980 abbiamo un gruppo particolarmente nutrito di film da vedere, destinati ad entrare nell’olimpo dei titoli immortali della storia del cinema: nel ’76 arriva nelle sale il primo Rocky (Avildsen, 1977), che segna il successo e l’inizio ufficiale della lunga carriera di Sylvester Stallone. Sempre nello stesso anno è la volta di Taxi Driver (di Martin Scorsese) con il grande Robert de Niro, e Tutti gli uomini del presidente di Alan J. Pakula. Nel ’77 è la fantascienza a dominare la scena: Incontri ravvicinati del terzo tipo diventa un cult del genere ma, soprattutto, fa il suo ingresso nel mito la prima pellicola della saga di George Lucas Guerre Stellari. Quest’ultimo merita di essere citato insieme a tutti i suoi sequel, poiché in questo caso parliamo di un’intera saga che merita di popolare la videoteca di ogni cinefilo, più che il singolo film. La sequenza cinematografica della saga di Star Wars è Guerre stellari (noto anche come Episodio VI – Una nuova speranza, 1977), L’impero colpisce ancora (Kershner, 1980), Il ritorno dello Jedi (Marquand, 1983), La minaccia fantasma (Lucas, 1999), L’attacco dei cloni (Lucas, 2002), La vendetta dei Sith (Lucas, 2005), Il risveglio della forza (J.J. Abrams, 2015) e Gli ultimi Jedi (Johnson, 2017), attualmente nelle sale italiane.
Il genio di Kubrik, in questi anni, ci regala altre due pellicole assolutamente da vedere: Apocalypse Now nel 1979 e Shining nel 1980, dello stesso anni altri due film imperdibili come The Elephant man del regista visionario David Lynch e Toro Scatenato (regia di Scorsese) con Robert de Niro. Il 1980 è anche l’anno di The Blues Brothers di John Landis, con Dan Aykroyd e il compianto John Belushi.
Gli anni Ottanta del cinema internazionale subiscono l’influenza dell’avvento delle nuove tecnologie, come i computer e la rete internet. Tra i titoli più importanti in questo senso troviamo Interceptor (Miller, 1980), Il guerriero della strada (Miller, 1981), Blade Runner (Scott, 1982), Videodrome (Cronenberg, 1983) e il fortunatissimo Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis (che annovera due sequel, nel 1989 e nel 1990).
Anche i mafia-movies godono di una fase particolarmente prolifica in questi anni. Nel 1984 Sergio Leone presenta al grande pubblico C’era una volta in America, mentre nel 1990 è il turno di Quei bravi ragazzi (Scorsese).
Come nei momenti precedenti, anche Stanley Kubrik mette la firma a questa decade d’oro del cinema mondiale, presentando nel 1987 l’immortale Full Metal Jacket, vero e proprio cult anche per le generazioni attuali.
L’ultimo periodo a ridosso del nuovo millennio viene universalmente riconosciuto come il passaggio formale alla tecnologia digitale, che comporta un nuovo e progressivamente migliore approccio all’esperienza dello spettatore su grande schermo ma, in parte, incide anche sulle tecniche di ripresa e montaggio dei film.
Tra gli imperdibili di questo decennio impossibile non citare Le Iene di Quentin Tarantino (1991), che nel 1994 firmerà anche Pulp Fiction la sua attrice-musa Uma Thurman e John Travolta, Schindler’s List (Spielberg, 1993), che getta nuova luce sul dramma dell’olocausto attraverso sequenze di grande impatto emotivo, Le ali della libertà (Darabont, 1994) e L’odio (Kassovitz, 1995) con un giovane Vincent Cassel.
In questi anni la crudezza narrativa la fa da padrone, e rappresenta un periodo particolarmente ricco cui attingere per tutti gli amanti delle pellicole graffianti e dal sapore “urban”: ne sono esempi film come Seven (Fincher, 1997), Fight Club (Fincher, 1999), Trainspotting (Boyle, 1996), L’esercito delle dodici scimmie (Gilliam, 1995), American History X (Kaye, 1998) e American Beauty (Mendes, 1999).
Per il filone noir/drammatico con contaminazioni grottesche e dissacranti, da segnalare Jackie Brown (Tarantino, 1997), Essere John Malkovich (Jonze, 1999), e Casinò (Scorsese, 1995).
Menzione a parte per I soliti sospetti (Singer, 1995) con un immenso Kevin Spacey, The Truman Show (Weir, 1998) che regala al pubblico un lato di Jim Carrey molto meno comico e più introspettivo di quanto avesse abituato a mostrare, Il Miglio verde (Darabont, 1999) con Tom Hanks e, soprattutto, la prima pellicola di una delle trilogie più famose del cinema: Matrix (sorelle Wachowsky, 1999).
Film da vedere recenti
È curioso come Matrix rappresenti un vero e proprio spartiacque del cinema (affrontando tematiche come il web e l’intelligenza artificiale in modo molto più approfondito rispetto a qualsiasi altro predecessore) proprio a ridosso del passaggio del nuovo millennio, epoca in cui il virus legato al Millennium Bag preoccupava le reti informatiche di mezzo mondo.
Matrix avrà due sequel a completare la narrazione, Matrix Reloaded nel 2001 e Matrix Revolution nel 2003.
Tra il 2001 e il 2003 troviamo alcuni film da vedere che hanno segnato in maniera definitiva la cinematografia recente, come l’esordio della trilogia de Il Signore degli anelli di Peter Jackson (a Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello del 2001 seguiranno Il signore degli anelli – Le due torri nel 2002 e Il signore degli anelli – Il ritorno del re nel 2003), Mulholland Drive di David Lynch (2001) La 25° ora con Edward Norton (Spike Lee, 2002) e il grande ritorno di Quentin Tarantino con Kill Bill Vol 1 e Vol 2 (2003).
L’eterogeneità della produzione del nuovo millennio consente di rivisitare il panorama fiabesco in chiave dark, come ne Il Labirinto del Fauno (Del Toro, 2006), esplorare la vita solitaria lontano dalle frenesie del mondo consumistico con Into The Wild (Sean Penn, 2007), o visitare la Luna dove niente è come sembra in Moon (Jones, 2009).
Negli ultimi anni a farla da padrone sono tematiche e recitazioni corali come nel Marvel Cinematic Universe e la cinematografia “eroica” in generale, senza dimenticare capolavori come Inception di Christopher Nolan (2010) ma anche Interstellar dello stesso regista (2014), La grande bellezza (Paolo Sorrentino, 2015) e il commovente 12 Anni schiavo (McQueen, 2013).
Menzione a parte per una delle saghe che maggiormente ha segnato la cinematografia “giovanile”, in cui il virgolettato è d’obbligo dal momento che l’epopea di Harry Potter, erede di un successo letterario di proporzioni mondiali, è forse quella che più di tutte ha unito diverse generazioni dando vita ad un merchandising correlato tutt’ora record di vendite in tutto il mondo. I film della saga: Harry Potter e la pietra filosofale (Columbus, 2001), Harry Potter e la camera dei segreti (Columbus, 2002), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (Cuaròn, 2004), Harry Potter e il calice di fuoco (Newell, 2005), Harry Potter e l’ordine della fenice (Yates, 2007), Harry Potter e il principe mezzosangue (Yates, 2009), Harry Potter e i doni della morte parte I (Yates, 2010), Harry Potter e i doni della morte parte II (Yates, 2011).