Rimini, 20 gennaio 1920: nasce Federico Fellini. La famiglia, sebbene non fosse proprio benestante, garantisce al bambino una buona cultura; il giovane regista completa gli studi classici e mostra sin da subito di possedere un certo talento per l’arte. Inizialmente appassionato di disegno, si diverte spesso ad accompagnare con vignette, caricature e dipinti le storie su cui si sorprende a fantasticare. Tale abitudine, presto trasformatasi in rituale, lo porta ad attribuire ai quattro angoli del letto (è questo il luogo preposto all’immaginazione) i nomi dei cinema di Rimini. Sogna quindi già il grande schermo e, anche se in castigo o senza permesso, sgattaiola spesso fuori casa per rinchiudersi in una delle sale del paese. Il suo talento da caricaturista gli apre, ancora adolescente, le porte de “La domenica del corriere” e “Il 420”, ma Federico Fellini, almeno in questa fase, vuole tentare la carriera giornalistica: si trasferisce quindi a Roma. Isuoi desideri si avverano: il “Marc’Aurelio” trova in lui una firma di tutto rispetto e la professione lo porta a conoscere Enrico Macario ed Aldo Fabrizi. Probabilmente questo basta a stuzzicargli la fantasia e indurlo a scrivere i primi copioni. Ma la strada da percorrere è ancora lunga: prima di sedersi dietro una cinepresa, Federico Fellini prova a vestire i panni dell’autore radiofonico. In questa occasione conosce Giulietta Masina, attrice con la quale in futuro stringerà un vero e proprio sodalizio artistico e sentimentale. In maniera quasi fortuita poi, appena finita la guerra, incontra Roberto Rossellini che, scorto nel giovane un innegabile talento letterario, gli chiede di collaborare alla sceneggiatura dei suoi “Roma città aperta” e “Paisà”. Proprio in questa occasione, per la prima volta, Fellini approfitta dell’assenza del maestro per girare alcune scene: è subito amore. Arrivano così “Luci del varietà” e “Lo sceicco bianco”, primissimi lavori seguiti dai suoi più grandi successi: da “I vitelloni” a “La strada”, da “Le notti di Cabiria” a “8 e 1/2”, da “La dolce vita” ad “Amarcord”. Il pluriblasonato regista (5 sono gli Oscar a lui assegnati) muore, dopo una lunga agonia, il 31 ottobre del 1993 e la moglie Giulietta Masina appena 5 mesi dopo.