Benjamin Barker è un innocente accusato di gravissimi crimini. Per questo motivo viene quindi processato e condannato dal perfido e disonesto giudice Turpin che non ambisce ad altro se non alla conquista della bella moglie dell’imputato, Lucy. Ben, proprio per essere sicuri che non possa rovinare i piani del giudice, viene spedito da Londra ad un campo di detenzione e lavoro australiano. Chiaramente il poveretto non riesce a rassegnarsi al suo destino e, ripromettendosi di fare qualunque cosa pur di evadere e tornare a casa, giura nel suo cuore di vendicarsi del magistrato. La rabbia e l’odio verso il giudice aumentano in maniera esponenziale quando, finalmente evaso dal carcere e tornato in patria, Ben scopre che Turpin all’indomani del processo violentò la bella Lucy e che la donna, disperata, preferì suicidarsi piuttosto che aspettare il ritorno del marito. Johanna, la figlia della disgraziata coppia, era ancora una bambina quando tutto ciò accadde e il magistrato la adottò (era mosso da pietà o dal rimorso? O semplicemente sperava che la giovane crescendo potesse diventare bella come la madre e quindi una nuova preda da sottomettere?) e ne ottenne la patria potestà. Intanto Ben si aggira per la città spacciandosi per Sweeney Todd, un barbiere, e si reinserisce poco alla volta nel suo ambiente. Unico amico fidato è Anthony, un marinaio a cui deve la vita, accanto a lui però c’è spesso anche la signora Lovett, pasticcera innamorata del protagonista. Da questo momento l’uomo prova più volte ad ottenere vendetta, ma anche quando avrà finalmente ucciso il magistrato che gli ha rovinato la vita, non potrà trovare pace… La pellicola, datata 2007, ha riscosso pareri più che positivi dalla critica. Il film si ispira ad un omonimo musical curato da Stephen Sondheim ed Hugh Wheeler i quali, a loro volta, ricavarono la storia da un dramma teatrale, intitolato ancora “Sweeney Todd – il diabolico barbiere di Fleet Street” e firmato dal drammaturgo George Dibdin Pitt.