E’ il 1979 e Michael Corleone vive indisturbato nella città di New York. La fama che lo accompagna ormai è quella di una persona tutto sommato rispettabile: l’ex boss infatti ha tentato in tutti i modi di riabilitare il suo nome e staccarsi definitivamente dal suo passato. Il suo maggiore interesse al momento sembra quello di proteggere Mary, la figlia, membro attivo della fondazione culturale Vito Andolini Corleone. Ma Michael, per quanto redento, deve designare il suo successore: le regole della mafia lo impongono a chi non ha alcun interesse che scoppi una lunga e sanguinaria faida tra cosche. Anthony, il figlio, declina l’offerta e preferisce semmai dedicarsi alla musica lirica. La scelta ricade allora su Vincent Mancini, figlio illegittimo del fratello Sonny. Quando persino il Papa conferisce a Michael un titolo onorifico in segno di rispetto per le tante opere di bene compiute negli ultimi anni, l’ex boss ricambia con una ingente donazione alla Banca Vaticana. Il suo gesto lo porta in qualche modo a ricavare parecchio denaro dall’istituto di credito, ma anche a trovarsi faccia a faccia con Licio Lucchesi, potente statista italiano, nonché uomo di mafia. Corleone, fiutato l’inghippo, vorrebbe in qualche modo tirarsi fuori dall’intera situazione: a confermargli l’esattezza della sua intuizione concorre tra l’altro un tentato omicidio ordito ai suoi danni. Nel frattempo l’inesperto e guerrafondaio Vincent, tenta di ristabilire l’ordine a New York punendo il mandante del tentato omicidio: ottenuto il suo scopo però tutti gli equilibri di potere svaniscono e la “grande mela” precipita nel caos. Non certo migliore sembra al momento la situazione in Italia dove tra Palermo e Città del Vaticano si consumano o stanno per essere consumati, parecchi delitti. Chi di tutto questo farà le spese sarà una persona del tutto estranea ai fatti e molto cara a Michael che, per tutta una serie di motivazioni pratiche ed emozionali, dovrà stabilirsi a Corleone… La pellicola, datata 1990, chiude la saga degli Andolini anche se originariamente la produzione aveva previsto una quarta parte (mai realizzata a seguito della morte dello sceneggiatore Mario Puzo).