I romanzi rosa per Melvin Udall, uno dei loro più prolifici ideatori, rappresentano il pane quotidiano. Lo scrittore newyorkese, a dispetto della delicatezza d’animo che ci si aspetterebbe da un par suo, ha un caratteraccio: l’uomo, animato da una forte misantropia e da un altrettanto violenta vena razzista (ebrei, neri, omosessuali, vecchiette e persino cani sono i suoi bersagli preferiti) non perde occasione per umiliare e maltrattare gli altri. A completare il quadro psichico di Melvin concorre infine una patologia che spesso lo rende ridicolo davanti agli altri (da qui forse la sua aggressività): l’uomo infatti è affetto da disturbo ossessivo-compulsivo. Il suo esatto opposto è Simon, un pittore che abita vicino a Melvin. L’uomo, un gay dichiarato e come tale poco simpatico al protagonista, viene aggredito in casa. Questo episodio lo costringe a richiedere costose cure mediche a causa delle quali il povero pittore dovrà dar fondo a tutte le sue risorse economiche. Inoltre, come se non bastasse, Simon costretto nel letto di un ospedale per parecchio tempo, deve affidare Verdell, il suo cagnolino, alle cure di Melvin. Carol invece è una ragazza madre: per mantenere sé stessa ed il figlio affetto da parecchie patologie, lavora in un fast food, lo stesso dove ogni giorno Melvin consuma i suoi pasti. Dato che il bambino ha sempre più bisogno di cure assidue, la povera donna è costretta a lasciare il posto di lavoro e rimanere per giorni al capezzale del figlio. Melvin, pur di non dover accettare il cambiamento che questo inevitabilmente apporta alle sue abitudini, manda il suo medico di fiducia a casa di Carol e gli chiede di curare il piccolo senza badare a spese. Solo così infatti Carol potrà tornare a lavoro e sopportare di nuovo tutti i suoi insulti. Intanto Simon, ormai sul lastrico, parte in compagnia di Melvin e Carol alla volta di Baltimora: qui chiederà un prestito ai genitori. Da questo momento in poi qualcosa cambierà nella vita del protagonista… La pellicola, datata 1997, si aggiudicò ben 2 Oscar.