Alfred Hitchcock nacque a Londra il 13 agosto del 1899, ultimo di 3 fratelli. I genitori, proprietari di alcuni negozi di generi alimentari, gli impartirono una rigida educazione cattolica e lo stimolarono, sin da piccolo, a lavorare. La loro severità lasciò molti traumi al piccolo Alfred che una volta, per espiare una colpa non meglio definita, venne con la complicità di un agente della polizia locale addirittura rinchiuso in carcere per alcuni minuti. Non è quindi un caso che il topos del condannato senza giusta causa ritorni con sconcertante frequenza nei suoi film. Il padre morì nel 1914 e gli lasciò in eredità una grande passione per il teatro, interesse che ben presto soppiantò i giochi da bambino. Ma non si vive soltanto di sogni: il regista trovò dei lavoretti non sempre ben pagati e si arruolò nel corpo volontario del genio fin quando nel 1920 non venne assunto dalla Paramount Pictures (all’epoca conosciuta come Famous Players Lasky Studios) per impaginare, progettare e disegnare testi, titoli e didascalie. Passò poi ad altre case cinematografiche per le quali svolse le più svariate mansioni; soltanto nel 1925 infatti Alfred Hitchcock poté finalmente girare il suo primo lungometraggio (“Il labirinto delle passioni”). Il successo però arrivò qualche anno dopo, nel 1927, con un film muto che sembrava già lasciar presagire tutta la suspense delle successive pellicole: “Il pensionante”. Alla sapiente regia dell’ormai affermato direttore di scena venne pochi anni dopo affidata la riuscita del primo film con sonoro proiettato nelle sale cinematografiche europee: “Ricatto” (1929). Trovato finalmente il suo registro espressivo con “L’uomo che sapeva troppo”, Alfred Hitchcock approdò ad Hollywood dove girò alcune delle sue pellicole di maggior successo per conto della Warner Bros. e della Paramount Pictures (“L’altro uomo”, “Il delitto perfetto”, “La finestra sul cortile”, “Caccia al ladro” e “La congiura degli innocenti”). Dopo aver regalato al mondo “Psyco”, “Gli uccelli di Marnie” ed altri capolavori ad oggi indimenticati, si dedicò alla TV. Dati i suoi meriti artistici, la regina Elisabetta volle proclamarlo nel 1980 baronetto: dopo pochi mesi il grande regista morì e le sue ceneri furono gettate nel Pacifico.